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La sindrome di Asperger è una forma di autismo, che rientra nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) nella categoria dei disturbi dello spettro autistico. Si tratta di una condizione difficilmente diagnosticabile, specialmente durante la prima infanzia. I soggetti affetti dalla suddetta sindrome presentano caratteristiche peculiari, come difficoltà di comunicazione e di socializzazione, deficit motori, comportamenti ripetitivi, gestualità anomala, scarsa empatia, forte attaccamento a oggetti o abitudini e quant’altro.

Nonostante non esista ancora una cura definitiva al disturbo, si possono adottare determinate terapie volte al miglioramento della qualità di vita del paziente. Continua a leggere per scoprire le cause, i sintomi, i trattamenti e come aiutare i soggetti che soffrono della sindrome di Asperger.

La sindrome di Asperger è un disturbo dello spettro autistico ed è caratterizzata dalla scarsa capacità di comunicazione e di socializzazione. A ciò si aggiungono comportamenti ripetitivi e forte gestualità. Si tratta di un disturbo dello sviluppo che rende il soggetto apparentemente privo di interesse per gli altri e per i rapporti sociali. Inoltre, spesso l’individuo presenta eccessiva preoccupazione per questioni molto specifiche. La diagnosi del disturbo non è semplice e, in genere, avviene durante l’infanzia, quando il bambino inizia ad andare a scuola ed emergono le prime difficoltà relazionali. Tuttavia, si stima che la sindrome di Asperger possa insorgere intorno ai 2 o 3 anni.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono necessariamente esaustive.

I sintomi della sindrome di Asperger possono essere molteplici e coinvolgono diversi ambiti, come le interazioni sociali, la comunicazione, il linguaggio, il comportamento, la gestualità, gli interessi quotidiani, le capacità motorie e il quoziente intellettivo. In particolare:

  • Interazione sociale: i soggetti affetti da sindrome di Asperger non mostrano interesse o manifestano grande difficoltà a stringere rapporti di amicizia con i propri coetanei. Lo stesso discorso vale anche con le manifestazioni di affetto. Infatti, questi bambini, in genere, non condividono le proprie emozioni con gli altri. Inoltre, la comunicazione non verbale (contatto visivo, gesti e posture particolari) è totalmente assente in questi individui.
  • Linguaggio e comunicazione: la comunicazione verbale dei soggetti che soffrono di sindrome di Asperger è, in un certo senso, compromessa. Infatti, questi individui tendono ad avere un tono di voce monotono e ad interpretare alla lettera ciò che gli viene detto, senza capire se si tratta di frasi sarcastiche, ironiche, modi di dire e quant’altro. Anche questo fattore incide notevolmente sulle capacità relazionali del soggetto.
  • Comportamento e gestualità: come già menzionato, una delle caratteristiche principali del disturbo è la forte gestualità, come lo sbattere le mani. Inoltre, il soggetto mette in atto dei comportamenti ripetitivi e stereotipati che non riesce a controllare e di cui non può fare a meno. Si tratta di veri e propri “rituali” che se non soddisfatti possono disorientare l’individuo, che può arrivare addirittura a farne un dramma.
  • Interessi quotidiani: i soggetti che soffrono di sindrome di Asperger possono sviluppare interessi maniacali o un forte attaccamento verso certi oggetti, argomenti o altro, come gli orari, per esempio, tanto da dedicare a queste attività gran parte del proprio tempo.
  • Capacità motorie: i soggetti affetti dalla sindrome di Asperger, spesso, appaiono goffi e poco coordinati. I movimenti risultano poco fluidi e presentano minori capacità motorie rispetto ai propri coetanei.
  • Quoziente intellettivo: chi soffre di sindrome di Asperger ha un quoziente intellettivo normale. Anzi, spesso è addirittura superiore alla media. Infatti, molti bambini eccellono per le proprie doti matematiche, musicali, informatiche e quant’altro.

Disclaimer: l’elenco fornito non è da considerarsi necessariamente esaustivo.

I sintomi della sindrome di Asperger negli adulti sono gli stessi sopracitati per bambini e adolescenti. Anche per gli adulti si registrano, quindi, difficoltà relazionali, problemi di comunicazione, comportamenti ripetitivi e stereotipati, attività e interessi limitati, forte gestualità e goffaggine. Tuttavia, ciò che cambia è l’ambiente circostante. Quindi, l’ambiente scolastico viene sostituito da quello lavorativo e le relazioni con i coetanei da quelle di coppia. Inoltre, l’isolamento sociale tipico della sindrome provoca nell’adulto crisi d’ansia e stati depressivi.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.

Le cause della sindrome di Asperger non sono ancora del tutto chiare. Sembrerebbe essere coinvolta una mutazione genetica, su base familiare. Nel corso delle ricerche, gli studiosi hanno individuato diversi geni possibilmente coinvolti, come ASPG 1 e ASPG 4 (cromosoma 3), ASPG 2 (cromosoma 17) e ASPG 3 (cromosoma 1). Oltre a ciò, i ricercatori hanno scoperto una possibile associazione tra i disturbi dello spettro autistico e due malattie correlate alla mutazione del cromosoma sessuale X, ossia la sindrome dell’X fragile e la sindrome di Rett. Inoltre, dagli studi è emersa una ricorrenza tra i membri della stessa famiglia. Tuttavia, questa teoria necessita di ulteriori ricerche per essere convalidata.

Un’altra ipotesi relativa alle origini dello sviluppo del disturbo riguarda il cervello e determinate alterazioni a livello anatomico e funzionale. Tali anomalie sono state riscontrate, in particolare, nel lobo frontale e in quello temporale. Tuttavia, anche questa teoria necessita di studi più approfonditi per comprendere a pieno la correlazione tra queste alterazioni e la sindrome di Asperger. Infine, per un certo periodo, si credeva che tra le vaccinazioni e la sindrome di Asperger vi fossero delle possibili correlazioni, ma gli studiosi (dopo anni di accurate ricerche e indagini) hanno smentito questa possibilità.

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Le caratteristiche principali della sindrome di Asperger possono essere diverse, quali:

  • Insorgenza nell’infanzia, in genere tra i 2 e i 3 anni, ma diagnosticata non prima dell’età scolare;
  • Tendenza all’isolamento e scarsa capacità di instaurare relazioni sociali: il bambino tende a giocare da solo e a non accettare il confronto con i propri coetanei;
  • Interazioni sociali goffe: durante le poche interazioni sociali, il bambino tende ad esprimersi in modo goffo e ad avere comportamenti maldestri;
  • Bisogno di contare su una persona guida: il bambino è incapace di agire o prendere decisioni autonomamente, motivo per cui ha costantemente bisogno di una persona che gli dia supporto e che gli indichi quali siano i comportamenti da seguire;
  • Spiccato egocentrismo: il bambino tende a mostrare disinteresse per gli altri, scarsa empatia e poca sensibilità nei confronti altrui. Ciò non fa altro che alimentare ulteriormente l’isolamento sociale, in quanto non viene compreso o accettato dalle altre persone;
  • Linguaggio pedante, monotono e con volumi insoliti: come già menzionato, oltre al modo di parlare ridondante e ripetitivo, il bambino tende ad afferrare solo il significato letterale dell’enunciato;
  • Scarsa gestualità: il bambino risulta quasi sempre impassibile, con un contatto visivo pressoché assente, ma tende a gesticolare, per esempio con le mani, in modo anomalo;
  • Interessi limitati: il soggetto mostra attenzione per interessi circoscritti e meccanici, che richiedono solamente capacità di memorizzazione e non di razionalizzazione. Per questo, spesso, impara a memoria orari di treni o altri dati pressoché inutili;
  • Paura del cambiamento: qualsiasi cambiamento o situazione inattesa è vista con paura. Il bambino, infatti, tende a ripetere i propri schemi comportamentali e a mantenere i propri rituali, che non devono essere cambiati per nessun motivo.

Disclaimer: l’elenco proposto non è da considerarsi esaustivo.

Capire come comportarsi con un soggetto adulto che soffre di sindrome di Asperger non è sempre facile. Innanzitutto, bisogna conoscere a fondo il disturbo e comprendere la necessità del soggetto di attenersi a determinati rituali. È necessario, quindi, non identificare la persona con il suo disturbo. Inoltre, è bene:

  • Mettere in chiaro i propri sentimenti e desideri, considerando che questi individui hanno difficoltà ad interpretare le espressioni facciali e il linguaggio (come già menzionato, afferrano solo il significato letterale);
  • Cercare di accettare i comportamenti bizzarri e ripetitivi, senza giudicarli o modificarli;
  • Cercare di includerlo nelle attività sociali o presentarlo ad altri amici, senza però forzarlo;
  • Chiedere al soggetto come relazionarsi con lui, in quanto potrebbe dirvi in maniera diretta come vuole essere trattato e quant’altro;
  • Evitare di stressarlo quando attua i suoi rituali o comportamenti ripetitivi, in quanto essi producono un effetto calmante sul soggetto;
  • Inviargli dei messaggi, in quanto spesso questi individui preferiscono questo tipo di comunicazione rispetto a quella faccia a faccia;
  • Concedergli tempo per aprirsi, se vuole farlo;
  • Evitare di sottolineare la sua diversità, in quanto spesso questi soggetti ne sono consapevoli ed accentuandola si potrebbe ottenere l’effetto opposto a quello desiderato;
  • Trattare questi soggetti con gentilezza e rispetto, come si farebbe con chiunque altro. Ogni persona con sindrome di Asperger è fatta a suo modo e la maniera migliore per relazionarsi con essa è conoscendola meglio.

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La diagnosi della sindrome di Asperger non è semplice. Occorre sottoporre il bambino ad un controllo medico specialistico per tali disturbi. La visita specialistica, infatti, prevede un’analisi approfondita dei comportamenti del soggetto, nonché esami per testare il suo stato d’animo e le sue capacità motorie, di linguaggio e comunicazione. Una volta raccolte queste informazioni, è necessario confrontarle con i criteri diagnostici del DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), quali:

  • Non è riscontrato alcun significativo ritardo di linguaggio. Il paziente inizia a dire le prime parole intorno ai 2 anni e le prime frasi di senso compiuto attorno ai 3 anni, come i suoi coetanei sani.
  • Mancata ricerca del contatto visivo durante una conversazione. Il paziente non si avvale della cosiddetta comunicazione non-verbale.
  • Difficoltà nello stabilire amicizie e relazioni e nella condivisione di interessi, di gioie e dei propri stati d’animo con gli altri.
  • Forte attaccamento o preoccupazione per alcuni oggetti o argomenti.
  • Nessun interesse per i giochi di condivisione.
  • Rigida sottomissione a inutili e ripetitive abitudini.
  • Gestualità del corpo anomale e ripetitive.

Nonostante il disturbo insorge, in genere, tra i 2 e i 3 anni, la diagnosi solitamente non viene effettuata prima dell’età scolare.

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Attualmente, la sindrome di Asperger non è curabile in maniera definitiva. Tuttavia, si possono adottare delle terapie mirate, volte a migliorare la comunicazione, i problemi relazionali, l’attaccamento verso oggetti, argomenti o abitudini, lo stato depressivo, l’iperattività e le crisi d’ansia. La terapia logopedica e l’analisi comportamentale applicata aiutano il soggetto a migliorare la comunicazione non-verbale e le abilità sociali. Per quanto riguarda le preoccupazioni eccessive, il paziente può essere sottoposto a psicoterapia cognitivo-comportamentale. Grazie a questa terapia, il soggetto impara a gestire queste preoccupazioni e a non concentrarsi solo sui propri rituali quotidiani, riducendo così il forte attaccamento per determinati oggetti o argomenti. Invece, la fisioterapia e la terapia occupazionale sono indicate in caso di deficit motorio e difficoltà di coordinazione. La terapia farmacologica viene, invece, impiegata per alleviare la sintomatologia relativa alla depressione, al deficit di attenzione e iperattività e alle crisi d’ansia. Infine, la terapia familiare si rivela di particolare importanza per supportare il paziente durante i vari trattamenti della sindrome, migliorando così la sua qualità di vita.

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