COMPETENZE MEDICHE SVIZZERE: ZURIGO, MALLORCA, LONDRA, NEW YORK

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Modificato e recensito clinicamente da THE BALANCE Squadra
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Probabilmente ne avete sentito parlare e ora vi state chiedendo se non stia toccando anche voi. Che cos’è il burnout esattamente? Si tratta fondamentalmente di una sindrome che affligge determinate persone in un ambito lavorativo specifico.

In principio si parlava di burnout come di una sorta di esaurimento che tocca i soggetti che tendono ad occuparsi di altre persone, vittime di malattie, molestie, ingiustizie di qualsiasi tipo. Essendo a stretto contatto con il mondo della sofferenza, la persona che accudisce chi soffre, attraverso un eccesso di empatia, si sfinisce e si ritrova completamente svuotato da tutti quei propositi positivi che gli hanno fatto scegliere quella professione.

A volte, si parla di burnout in altri ambiti lavorativi, che pur essendo caratterizzati da un alto livello di stress, potrebbero non essere paragonabili a chi ha a che fare con persone. Insomma, il super lavoro non va mai bene, ma una cosa è un periodo di affaticamento, l’altra è un consumo lento e a volte irreversibile che va affrontato in modo del tutto diverso.

Ancora non è chiaro al 100% come fare a uscire dal burnout e si stanno valutando diverse soluzioni. Per il burnout vi è una cura farmacologica che ancora non sa dare un risultato definitivo, ma sicuramente curare l’alimentazione anche con degli integratori volti a migliorare l’apporto di vitamine necessario, potrebbe essere di grande aiuto.

Ritrovare un equilibrio nella mente, nello spirito e nel corpo è di certo il primo passo verso la guarigione e curare l’alimentazione non è affatto sbagliato. Anzi, sentirsi meglio, mangiando sano e garantendo all’organismo un apporto giusto di proteine, vitamine e carboidrati potrebbe essere un ottimo inizio.

La sindrome del burnout non compare all’improvviso come succede con un virus. Si tratta di un lento percorso di logoramento che consuma dall’interno il soggetto e, se non vengono presi dei provvedimenti tempestivi, rischia di lasciare degli strascichi davvero molto importanti sia sulla psiche che sul resto dell’organismo.

Come curare la salute mentale?

In un primo momento, come meccanismo di difesa, la persona tenderà ad assumere una posizione di allontanamento e distacco da quelle che sono le responsabilità lavorative. Come se l’impegno preso in precedenza non avesse più alcun significato.

La conseguente freddezza nei confronti di chi si presenta perché bisognoso di aiuto è il passo successivo. Si presenterà poi a breve distanza una forma di cinismo anche perfido che potrebbe ferire le persone che stanno attorno a chi inizia a soffrire di questi sintomi.

Non si è più soddisfatti del proprio lavoro e ci si sente profondamente inadeguati. L’insoddisfazione, dovuta alla perdita delle proprie capacità, almeno all’apparenza, porta all’abbandono di tutti quelli che sono stati i valori riversati nell’attività lavorativa.

Se, in principio, la vostra attività è stata scelta da voi proprio perché stimolante e appagante, attraverso le diverse fasi del burnout, tenderete a non credere nemmeno più in quello che state facendo e non vi importerà più nulla né del vostro operato né dei potenziali benefici che le persone che seguite potrebbero ottenere, se svolgeste in modo meticoloso la vostra professione.

Il burnout si cura e va curato sia per risorgere personalmente che per poter aiutare altri pazienti ad uscire da un tunnel buio e disperato nel quale si trovano.

In linea di massima, le persone che con maggior frequenza finiscono in burnout sono quelle che in ambito lavorativo hanno delle aspettative troppo alte, sono dei veri e propri maniaci del perfezionismo più estremo, non sono in grado di concepire l’idea di rifiutare tutte le richieste che pervengono loro e hanno dubbi in merito a ciò che stanno facendo.

Le aspettative troppo alte non sono gli obiettivi, pur impegnativi, che si intendono a perseguire, ma vuol dire mettersi nelle condizioni di dover fare letteralmente l’impossibile, senza nemmeno ottenere ciò che ci si era prefissati. Insomma, cercare di ottenere l’impossibile farà inevitabilmente sprofondare in un senso di insoddisfazione eccessivo che può sfociare in qualcosa di ben più serio.

Essere perfezionisti va bene, ci mancherebbe altro, ma dare importanza a quel minimo dettaglio che solo voi vedete e che non cambia né la sostanza del vostro progetto, né dà un tocco qualitativo in più, può essere frustrante alla lunga, sia per voi che per i vostri collaboratori o colleghi. Non deve essere sempre tutto perfetto. Forse la cosa più difficile da non fare, ma di tanto in tanto, bisognerebbe accontentarsi anche di una sufficienza. Il poter dire: “Va bene anche così” vi risolverà molti problemi.

Dire di no è più semplice di quanto si creda e, soprattutto, dona moltissime soddisfazioni, specialmente quando ci si rifiuta di portare a compimento dei lavori che sono oggettivamente o impossibili o estremamente faticosi. Iniziare a dire no è una delle chiavi di volta per fare in modo di non finire nella spirale del burnout.

Porsi dei dubbi in merito all’efficacia, al modo di realizzare un compito o agli effettivi sbocchi che potrebbe avere è pur lecito. Mai esagerare comunque e sappiate che sì, il vostro lavoro è importante ed è ricco di significato, anche se non è sempre facile riconoscere gli effettivi risultati o non sempre si ricevono i giusti meriti.

A questo punto è lecito chiedersi come guarire dal burnout. Se, come detto in precedenza, non si arriva a soffrire di burnout dall’oggi al domani, allo stesso modo, anche il percorso di guarigione avrà una tempistica tutt’altro che immediata.

Il primo passo è sicuramente allontanarsi dal lavoro e lasciare quell’ambiente che vi ha di fatto resi malati. Chiudere le comunicazioni sia con il datore di lavoro, ma meglio anche con i colleghi, gli eventuali clienti, ecc. Insomma, fare in modo che il lavoro in tutto e per tutto stia più lontano possibile da voi è di certo il primo passo che dovrete intraprendere.

Un secondo passo che potrete fare potrebbe essere quello di esercitarvi in tecniche di rilassamento e di meditazione. A volte anche una semplice lettura di un buon libro, in un ambiente silenzioso e rilassante, basterebbe a fare un piccolo ma decisivo balzo in avanti verso un miglioramento che deve essere conquistato un pezzo alla volta.

Anche l’aiuto di uno psicologo che possa valutare come intraprendere al meglio un percorso di cura è di fondamentale importanza. Potreste aver bisogno di alcune sedute durante le quali vi potrete sfogare direttamente con lui o lei. In altri casi, varrebbe anche la pena riflettere se sia opportuno affrontare un percorso di gruppo. Sentire il parere di chi ha già dovuto in passato affrontare la stessa problematica, risulta talvolta davvero molto proficuo.

Una volta che avrete raggiunta la serenità adeguata e non soffrirete più della condizione del burnout, bisognerà porre le basi di non ricadere nuovamente nello stesso problema, qualora si decidesse di rientrare all’interno dell’ambiente di lavoro che era stato abbandonato.

Fate in modo che vi sia una significativa riduzione dell’orario di lavoro, così come una effettiva riduzione di responsabilità che dovrete prendervi. Solo in questo modo potrete gradualmente rientrare non nello stesso identico ambito lavorativo che vi ha procurato il burnout, ma in una sua versione depotenziata, gestibile e comunque soddisfacente, che vi potrà concedere buone gratificazioni, sia da un punto di vista realizzativo che economico.

Bisogna evitare anche di precipitare nella condizione in cui ci si chieda come riuscire a sbarcare il lunario, senza tornare esattamente alle stesse mansioni lavorative di prima. Quest’ansia potrebbe scatenare altre patologie dalle quali dovete assolutamente stare lontani il più possibile.

Non si vuole di certo guarire dal burnout per spalancare la porta di depressione e ansia o qualsiasi ulteriore condizione di sofferenza psichica e fisica.

Se si è finiti in burnout, bisogna ricorrere ad ogni aiuto necessario per uscire da questa situazione. Al di là di tutto il lavoro che si può tranquillamente fare in autonomia, ovvero: lasciare il lavoro, allontanarsi da tutte quelle situazioni che hanno condotto a questo esaurimento e cercare di rilassarsi attraverso la meditazione e anche l’ausilio di integratori e farmaci, ci si può e deve rivolgere a personale qualificato che possa valutare la vostra condizione attuale e disegnare per voi un percorso di guarigione e sollievo.

Il luogo ideale dove intraprendere questo percorso è sicuramente il Luxury Rehab di Mallorca in Spagna. Un’oasi di pace e tranquillità in cui poter non solo riposare e riprendersi, ma anche vincere tutte quelle paure che vi hanno portato al burnout.

Il periodo di permanenza sarà valutato assieme a un team di professionisti, capaci di scegliere la strategia migliore da affrontare, avendo valutato caso per caso, senza lasciare nulla alla pura coincidenza. Un consulto è la prima fase per capire come guarire da questa logorante patologia.

Domande frequenti

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