COMPETENZE MEDICHE SVIZZERE: ZURIGO, MALLORCA, LONDRA, NEW YORK

13 Minuti

Modificato e recensito clinicamente da THE BALANCE Squadra
Fatto verificato

Come comportarsi nel caso in cui si abbia il sospetto che una nostra persona cara possa avere un problema di droga? E’ consigliabile spingerlo a parlare apertamente delle sue abitudini? Come comportarsi con un cocainomane? Quali errori è bene non commettere? 

Il consumo di sostanze stupefacenti può avere ripercussioni devastanti sulla vita di un individuo. Sebbene una parte consistente della popolazione (circa il 10%, secondo alcuni studi), proverà almeno una volta la cocaina nella vita, nella stragrande maggioranza dei casi il consumo di questa o altre sostanze stupefacenti non assume tratti cronici, e non va a creare uno stato di dipendenza nel soggetto. Tuttavia, in una piccola percentuale dei casi, il soggetto può trovare il consumo di questa sostanza così “soddisfacente”, ed i suoi effetti a breve termine talmente piacevoli, da spingerlo a cercare un utilizzo continuativo della sostanza. E’ proprio in questo casi che il soggetto è più a rischio di sviluppare una dipendenza, ovvero l’instaurazione di una necessità psicologica e fisica legata al consumo della sostanza stupefacente. 

Il consumo di sostanze stupefacenti è un argomento tuttora controverso. Sebbene negli ultimi decenni sia stato spogliato di una buona parte degli stereotipi che una volta aleggiavano intorno a questo fenomeno, al punto da non considerarsi necessariamente tabù al giorno d’oggi, l’utilizzo di alcune droghe è ancora oggetto di false convinzioni, che al di là dello stigma sociale non consentono molto spesso di inquadrare la situazione nella sua reale dimensione, andando a sacrificare moltissimi dettagli importanti nel percorso terapeutico. 

Se l’utilizzo sporadico di cocaina può avere alla base dei motivi prettamente ricreativi, dietro il consumo abitudinario (e spesso spasmodico) si cela spesso la necessità di trovare un rimedio ad una condizione di disagio, andando a “forzare” un cambiamento nella chimica del cervello per indurre l’esperienza di un migliore stato mentale ed emotivo. 

Il consumo di cocaina, non fa eccezione. A propiziare l’utilizzo possono essere situazioni sociali in cui il desiderio di sperimentare e di mettere in mostra un comportamento “ribelle” o anticonvenzionale facilitino l’accesso a questa sostanza, tuttavia, il consumo abitudinario (specie se su base giornaliera), presenta sempre alla base un disagio psicologico. 

Nel parlare con una persona che soffra di dipendenza da cocaina, è bene fare tutto il possibile per mettersi nei suoi panni e carpire quanti più dettagli possibile della sua situazione. Molto spesso infatti, i tentativi di intervento utilizzano leve controproducenti, che a possono portare il soggetto in difficoltà ad assumere un atteggiamento difensivo e a negare di aver bisogno di una mano. 

E’ importante evitare di fare leva sul senso di colpa, e spingere il soggetto a provare rimorso per gli effetti delle sue abitudini sulle finanze (sue o della famiglia) o sulle persone a lui vicine. Chi fa utilizzo di droga su base regolare cerca di inibire una sensazione di disagio, ricorrendo a sostanze stupefacenti per la mancanza percepita di altre strategie di gestione e compensazione. Aumentando il carico di emozioni e sensazioni negative, si rischia di rafforzare le abitudini di chi si sta cercando di aiutare. 

Sospendere il giudizio, per spingere l’altro a confidarsi

Introdurre il discorso con una persona a noi cara può non essere semplice. E’ perfettamente normale avere la sensazione di non sapere come gestire la situazione, ma è importante liberare la mente da qualsiasi pregiudizio e adottare un atteggiamento comprensivo e compassionevole, ricordandosi sempre che la dipendenza è il risultato di una sfortunata gestione di un disagio psicologico o emotivo. Come abbiamo già accennato, le critiche così come i rimproveri o i tentativi di far sentire il soggetto in colpa, tenderanno non solo a non funzionare, ma a peggiorare la situazione. 

Non rimandare

Non c’è bisogno di aspettare che una persona a noi vicina tocchi il fondo, e che le sue abitudini portino a delle conseguenze potenzialmente irreversibili, come problemi di salute fisica o mentale. E’ bene affrontare la situazione il prima possibile, per evitare un ulteriore rafforzamento dell’abitudine della persona a noi cara e migliorare le possibilità di un completo recupero. La tempestività è di cruciale importanza, in queste situazioni. 

Mostrare vicinanza

Non c’è miglior lenitivo per le sofferenze psicologiche di un individuo, della vicinanza di una persona cara. Sebbene questa misura possa essere vista come un palliativo, mostrare la nostra vicinanza e la nostra comprensione può fare breccia nei meccanismi di autodifesa della persona dipendente dalla cocaina, spingendolo a superare le resistenze e ad aprirsi in merito ai suoi problemi. 

Ascoltare

Non è necessario trovarsi d’accordo con una persona, per ascoltarla. E’ bene prendersi il tempo necessario per capire le motivazioni dietro la scelta dell’individuo che stiamo cercando di aiutare. Quanto più le persone si sentono ascoltate e non giudicate, tanto più tenderanno ad aprirsi e aggiungere dettagli in merito alle ragioni delle loro azioni. 

Dopo aver aperto un dialogo, possiamo fare un ulteriore passo avanti e proporre alcune potenziali soluzioni. Incoraggiare una persona ad unirsi ad un gruppo di supporto ed entrare in terapia potrebbe essere un buon punto di partenza. In alcuni casi, infatti, non è consigliabile interrompere l’assunzione di sostanze stupefacenti senza la supervisione di personale qualificato. Nonostante l’interruzione del consumo di droga sia il primo step di ogni terapia, a seconda delle quantità assunte e dell’insorgenza della dipendenza, può essere necessaria l’assistenza medica. 

E’ possibile che una persona si dimostri da subito disposta a ricevere l’aiuto necessario. Tuttavia, è molto più probabile che la dipendenza porti ad esternare una certa resistenza, fino ad arrivare al diniego della situazione. E’ bene non farsi scoraggiare dall’atteggiamento difensivo della persona che stiamo cercando di aiutare. Per gestire un rifiuto, è bene spingere l’individuo a riflettere sull’incoerenza delle sue posizioni, ma in modo indiretto. Per farlo, possiamo porre alcune domande come: 

Mi stai forse dicendo che le tue abitudini non ti stiano causando problemi?

Correggimi se sbaglio, mi sembra di capire che tu voglia vivere tutta la tua vita in questo modo, vero?

Pensi quindi di essere una persona felice?

Interrompere il consumo di cocaina non è semplice, e le difficoltà legate all’interruzione del consumo di sostanze stupefacenti possono essere legate alla durata della dipendenza, alle quantità assunte, ma anche al tipo di disagio che la persona sta affrontando. E’ quindi importante non avere aspettative irrealistiche: è improbabile che una singola conversazione possa essere risolutiva, e nella maggior parte dei casi serviranno diversi tentativi per convincere una persona a fare dei passi concreti per risolvere la propria dipendenza. Il processo di guarigione non è mai semplice, né veloce, ammettere di aver bisogno d’aiuto è un primo, fondamentale passo. 

Se non è di per sé facile accettare la possibilità che una persona a noi cara faccia uso di droga, l’eventualità che questa persona sia il nostro partner può risultare ancor più difficile da prendere in considerazione. Il consumo occasionale di cocaina non discrimina in base al sesso, ma gli uomini hanno più probabilità di sviluppare dipendenza da questa sostanza. 

Quando le abitudini di un partner assumono tratti patologici, l’effetto sull’equilibrio della relazione può essere devastante, e in alcuni casi può spingere la partner femminile a cercare la separazione dal proprio compagno.

Mio marito è dipendente dalla cocaina: cosa posso fare?

La gestione della dipendenza fra le mura domestiche può risultare molto complessa, soprattutto per l’impatto che il consumo di sostanze stupefacenti può avere sulla vita di coppia. Nel caso in cui la dipendenza da cocaina abbia assunto tratti pervasivi, al punto da notare elementi di difficoltà sul lavoro e nella vita privata/sociale prima inesistenti, è bene chiedere aiuto alle strutture professionali qualificate per discutere un intervento di emergenza.  In ogni caso, il primo passo è sempre il dialogo con la propria metà e la comprensione del suo stato mentale ed emotivo. 

Nel corso dell’articolo abbiamo più volte fatto riferimento al disagio psicologico ed emotivo come radice della dipendenza da cocaina. Ebbene, le terapie che regalano risultati duraturi nel tempo non sono mirate alla mera gestione del sintomo o alla modifica del comportamento, ma vanno ad identificare e trattare le reali cause delle dipendenza. Sebbene questo processo debba essere portato avanti con un professionista qualificato che possa aiutare il soggetto non solo ad interrompere le sue abitudini, ma anche ad evitare di ricadervi in un secondo momento, la sicurezza e la familiarità dell’ambiente casalingo possono offrire il frangente perfetto per un primo intervento, così da far affiorare elementi di disagio e per trovare insieme strategie alternative di gestione del disagio. 

Secondo l’Osservatorio Europeo delle Droghe e della Tossicodipendenza, sarebbero circa 3,5 milioni gli italiani che ogni anno fanno uso di cocaina. Seconda solamente alla cannabis nella classifica delle sostanze stupefacenti più utilizzati, la cocaina è un composto che può portare a importanti stati di dipendenza in soggetti di ogni età, il cui trattamento può risultare molto complesso specialmente nei casi di dipendenza di lunga data, anche per i devastanti effetti a livello fisiologico, talvolta non completamente reversibili. 

Come comportarsi nel caso in cui si abbia il sospetto che una nostra persona cara possa avere un problema di droga? E’ consigliabile spingerlo a parlare apertamente delle sue abitudini? Come comportarsi con un cocainomane? Quali errori è bene non commettere? 

Il consumo di sostanze stupefacenti può avere ripercussioni devastanti sulla vita di un individuo. Sebbene una parte consistente della popolazione (circa il 10%, secondo alcuni studi), proverà almeno una volta la cocaina nella vita, nella stragrande maggioranza dei casi il consumo di questa o altre sostanze stupefacenti non assume tratti cronici, e non va a creare uno stato di dipendenza nel soggetto. Tuttavia, in una piccola percentuale dei casi, il soggetto può trovare il consumo di questa sostanza così “soddisfacente”, ed i suoi effetti a breve termine talmente piacevoli, da spingerlo a cercare un utilizzo continuativo della sostanza. E’ proprio in questo casi che il soggetto è più a rischio di sviluppare una dipendenza, ovvero l’instaurazione di una necessità psicologica e fisica legata al consumo della sostanza stupefacente. 

Il consumo di sostanze stupefacenti è un argomento tuttora controverso. Sebbene negli ultimi decenni sia stato spogliato di una buona parte degli stereotipi che una volta aleggiavano intorno a questo fenomeno, al punto da non considerarsi necessariamente tabù al giorno d’oggi, l’utilizzo di alcune droghe è ancora oggetto di false convinzioni, che al di là dello stigma sociale non consentono molto spesso di inquadrare la situazione nella sua reale dimensione, andando a sacrificare moltissimi dettagli importanti nel percorso terapeutico. 

Se l’utilizzo sporadico di cocaina può avere alla base dei motivi prettamente ricreativi, dietro il consumo abitudinario (e spesso spasmodico) si cela spesso la necessità di trovare un rimedio ad una condizione di disagio, andando a “forzare” un cambiamento nella chimica del cervello per indurre l’esperienza di un migliore stato mentale ed emotivo. 

Il consumo di cocaina, non fa eccezione. A propiziare l’utilizzo possono essere situazioni sociali in cui il desiderio di sperimentare e di mettere in mostra un comportamento “ribelle” o anticonvenzionale facilitino l’accesso a questa sostanza, tuttavia, il consumo abitudinario (specie se su base giornaliera), presenta sempre alla base un disagio psicologico. 

Nel parlare con una persona che soffra di dipendenza da cocaina, è bene fare tutto il possibile per mettersi nei suoi panni e carpire quanti più dettagli possibile della sua situazione. Molto spesso infatti, i tentativi di intervento utilizzano leve controproducenti, che a possono portare il soggetto in difficoltà ad assumere un atteggiamento difensivo e a negare di aver bisogno di una mano. 

E’ importante evitare di fare leva sul senso di colpa, e spingere il soggetto a provare rimorso per gli effetti delle sue abitudini sulle finanze (sue o della famiglia) o sulle persone a lui vicine. Chi fa utilizzo di droga su base regolare cerca di inibire una sensazione di disagio, ricorrendo a sostanze stupefacenti per la mancanza percepita di altre strategie di gestione e compensazione. Aumentando il carico di emozioni e sensazioni negative, si rischia di rafforzare le abitudini di chi si sta cercando di aiutare. 

Sospendere il giudizio, per spingere l’altro a confidarsi

Introdurre il discorso con una persona a noi cara può non essere semplice. E’ perfettamente normale avere la sensazione di non sapere come gestire la situazione, ma è importante liberare la mente da qualsiasi pregiudizio e adottare un atteggiamento comprensivo e compassionevole, ricordandosi sempre che la dipendenza è il risultato di una sfortunata gestione di un disagio psicologico o emotivo. Come abbiamo già accennato, le critiche così come i rimproveri o i tentativi di far sentire il soggetto in colpa, tenderanno non solo a non funzionare, ma a peggiorare la situazione. 

Non rimandare

Non c’è bisogno di aspettare che una persona a noi vicina tocchi il fondo, e che le sue abitudini portino a delle conseguenze potenzialmente irreversibili, come problemi di salute fisica o mentale. E’ bene affrontare la situazione il prima possibile, per evitare un ulteriore rafforzamento dell’abitudine della persona a noi cara e migliorare le possibilità di un completo recupero. La tempestività è di cruciale importanza, in queste situazioni. 

Mostrare vicinanza

Non c’è miglior lenitivo per le sofferenze psicologiche di un individuo, della vicinanza di una persona cara. Sebbene questa misura possa essere vista come un palliativo, mostrare la nostra vicinanza e la nostra comprensione può fare breccia nei meccanismi di autodifesa della persona dipendente dalla cocaina, spingendolo a superare le resistenze e ad aprirsi in merito ai suoi problemi. 

Ascoltare

Non è necessario trovarsi d’accordo con una persona, per ascoltarla. E’ bene prendersi il tempo necessario per capire le motivazioni dietro la scelta dell’individuo che stiamo cercando di aiutare. Quanto più le persone si sentono ascoltate e non giudicate, tanto più tenderanno ad aprirsi e aggiungere dettagli in merito alle ragioni delle loro azioni. 

Dopo aver aperto un dialogo, possiamo fare un ulteriore passo avanti e proporre alcune potenziali soluzioni. Incoraggiare una persona ad unirsi ad un gruppo di supporto ed entrare in terapia potrebbe essere un buon punto di partenza. In alcuni casi, infatti, non è consigliabile interrompere l’assunzione di sostanze stupefacenti senza la supervisione di personale qualificato. Nonostante l’interruzione del consumo di droga sia il primo step di ogni terapia, a seconda delle quantità assunte e dell’insorgenza della dipendenza, può essere necessaria l’assistenza medica. 

E’ possibile che una persona si dimostri da subito disposta a ricevere l’aiuto necessario. Tuttavia, è molto più probabile che la dipendenza porti ad esternare una certa resistenza, fino ad arrivare al diniego della situazione. E’ bene non farsi scoraggiare dall’atteggiamento difensivo della persona che stiamo cercando di aiutare. Per gestire un rifiuto, è bene spingere l’individuo a riflettere sull’incoerenza delle sue posizioni, ma in modo indiretto. Per farlo, possiamo porre alcune domande come: 

Mi stai forse dicendo che le tue abitudini non ti stiano causando problemi?

Correggimi se sbaglio, mi sembra di capire che tu voglia vivere tutta la tua vita in questo modo, vero?

Pensi quindi di essere una persona felice?

Interrompere il consumo di cocaina non è semplice, e le difficoltà legate all’interruzione del consumo di sostanze stupefacenti possono essere legate alla durata della dipendenza, alle quantità assunte, ma anche al tipo di disagio che la persona sta affrontando. E’ quindi importante non avere aspettative irrealistiche: è improbabile che una singola conversazione possa essere risolutiva, e nella maggior parte dei casi serviranno diversi tentativi per convincere una persona a fare dei passi concreti per risolvere la propria dipendenza. Il processo di guarigione non è mai semplice, né veloce, ammettere di aver bisogno d’aiuto è un primo, fondamentale passo. 

Se non è di per sé facile accettare la possibilità che una persona a noi cara faccia uso di droga, l’eventualità che questa persona sia il nostro partner può risultare ancor più difficile da prendere in considerazione. Il consumo occasionale di cocaina non discrimina in base al sesso, ma gli uomini hanno più probabilità di sviluppare dipendenza da questa sostanza. 

Quando le abitudini di un partner assumono tratti patologici, l’effetto sull’equilibrio della relazione può essere devastante, e in alcuni casi può spingere la partner femminile a cercare la separazione dal proprio compagno.

Mio marito è dipendente dalla cocaina: cosa posso fare?

La gestione della dipendenza fra le mura domestiche può risultare molto complessa, soprattutto per l’impatto che il consumo di sostanze stupefacenti può avere sulla vita di coppia. Nel caso in cui la dipendenza da cocaina abbia assunto tratti pervasivi, al punto da notare elementi di difficoltà sul lavoro e nella vita privata/sociale prima inesistenti, è bene chiedere aiuto alle strutture professionali qualificate per discutere un intervento di emergenza.  In ogni caso, il primo passo è sempre il dialogo con la propria metà e la comprensione del suo stato mentale ed emotivo. 

Nel corso dell’articolo abbiamo più volte fatto riferimento al disagio psicologico ed emotivo come radice della dipendenza da cocaina. Ebbene, le terapie che regalano risultati duraturi nel tempo non sono mirate alla mera gestione del sintomo o alla modifica del comportamento, ma vanno ad identificare e trattare le reali cause delle dipendenza. Sebbene questo processo debba essere portato avanti con un professionista qualificato che possa aiutare il soggetto non solo ad interrompere le sue abitudini, ma anche ad evitare di ricadervi in un secondo momento, la sicurezza e la familiarità dell’ambiente casalingo possono offrire il frangente perfetto per un primo intervento, così da far affiorare elementi di disagio e per trovare insieme strategie alternative di gestione del disagio. 

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