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L’ansia da prestazione è un disturbo di natura psicologica, che causa forte agitazione e una sensazione di intensa paura, preoccupazione e apprensione legata allo svolgimento di una determinata performance. Tale condizione è scaturita da bassa autostima, tendenza al perfezionismo, paura del giudizio altrui, aspettative troppo elevate e quant’altro. Il soggetto teme di non essere in grado di svolgere un dato compito o che questo si concluda con un esito negativo, ossia un fallimento o insuccesso.

Questo schema di pensiero disfunzionale finisce per compromettere la performance e dà origine alla comparsa di numerosi sintomi emotivi, psicologici, fisici e comportamentali. L’ansia da prestazione può influire negativamente sulle capacità e potenzialità del soggetto, finendo così per compromettere il suo rendimento e soddisfazione personale. Continua a leggere per sapere tutto sull’ansia da prestazione: cos’è, sintomi, cause, tipologie, conseguenze e trattamento.

L’ansia da prestazione è un disturbo psicologico, caratterizzato dalla preoccupazione eccessiva e dal timore sproporzionato di affrontare una situazione che richiede lo svolgimento di una determinata performance. L’ansia da prestazione può manifestarsi in diversi contesti, come:

  • Ambito lavorativo;
  • Competizioni sportive;
  • Prestazioni scolastiche ed esami;
  • Rapporti interpersonali, specialmente nella sfera sessuale.

Questa tipologia di ansia è innescata dall’intensa paura di essere giudicati negativamente, di fallire o non avere successo nello svolgimento del compito in questione. Questi pensieri e sensazioni sono così forti da causare nel soggetto la comparsa di sintomi fisici e psichici.

L’ansia da prestazione causa nell’individuo che ne soffre una combinazione di reazioni fisiche, mentali e comportamentali. Infatti, l’eccessiva preoccupazione di non riuscire a portare a termine un determinato compito o il pensiero che il mancato successo nello svolgimento di una determinata attività possa condurre a imbarazzo, disagio e vergogna del giudizio altrui fanno sì che il soggetto manifesti una vasta gamma di sintomi. In particolare:

  • Sintomi emotivi: creano grande disagio e influenzano negativamente la capacità dell’individuo di concentrarsi sul compito da svolgere. Questi possono includere:
    • Paura;
    • Preoccupazione;
    • Apprensione;
    • Imbarazzo;
    • Insicurezza;
    • Sentirsi sotto pressione;
    • Vergogna.
  • Sintomi cognitivi e psicologici: l’ansia da prestazione può condurre all’instaurarsi, nella mente del soggetto, di schemi di pensiero fortemente negativi e disfunzionali. Questi non fanno altro che alimentare il ciclo della paura e ridurre la fiducia e sicurezza di sé stessi. Alcuni dei sintomi cognitivi più comuni comprendono:
    • Eccessiva autocritica;
    • Scarsa concentrazione;
    • Pensieri negativi;
    • Blocco mentale;
    • Perfezionismo;
    • Overthinking, ossia un’eccessiva mole di pensieri che affollano la mente e che impediscono al soggetto di ragionare con lucidità;
    • Aspettative non realistiche;
    • Maggiore attenzione al fallimento.
  • Sintomi fisici: mente e corpo sono strettamente collegati. Per tale motivo, l’ansia da prestazione può tradursi in sintomi fisici, che finiscono per peggiorare quelli emotivi e cognitivi, quali:
    • Aumento della frequenza cardiaca (tachicardia);
    • Mancanza di respiro o sensazione di soffocamento;
    • Iperventilazione;
    • Tremori;
    • Eccessiva sudorazione;
    • Secchezza delle fauci;
    • Sensazione di nodo in gola;
    • Disturbi gastrointestinali, come nausea, vomito, dolore e bruciore di stomaco, diarrea, crampi e quant’altro;
    • Problemi alla vista;
    • Intorpidimento o formicolio;
    • Difficoltà nel parlare o tremolio della voce;
    • Sensazione di malessere;
    • Sudorazione fredda, specialmente delle mani;
    • Tensione muscolare.
  • Sintomi comportamentali: per gestire la sintomatologia fisica, mentale e cognitiva, il soggetto può mettere in atto comportamenti disfunzionali, che alimentano nel tempo il circolo vizioso della paura, come:
    • Evitamento delle situazioni che generano ansia, come parlare di fronte a un pubblico, sostenere un esame, assumersi un nuovo incarico lavorativo e quant’altro;
    • Procrastinazione;
    • Comportamenti compulsivi;
    • Autosabotaggio;
    • Isolamento sociale;
    • Evitamento delle interazioni sociali o di gruppo;
    • Limitazioni personali;
    • Nascondere la propria ansia;
    • Trovare giustificazioni per distogliere l’attenzione dalla reale causa del proprio malessere.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.

L’ansia da prestazione può manifestarsi prima di qualsiasi evento o situazione che richieda lo svolgimento di una cosiddetta performance. Livelli moderati di stress possono migliorare la prestazione, mentre lo stress eccessivo può comprometterla o, addirittura, impedirla completamente. Sembrerebbe che alla radice dell’ansia da prestazione vi siano problemi di autostima. Infatti, i soggetti che vengono maggiormente colpiti dal disturbo sono coloro che basano la propria soddisfazione e gratificazione sull’accettazione sociale e sul riconoscimento da parte degli altri. La paura di fallire è, quindi, direttamente collegata al giudizio delle persone. Vi è una sorta di correlazione bidirezionale: l’esito positivo della performance si traduce in approvazione e crescita personale, mentre quello negativo in disapprovazione e perdita di autostima. Per tale motivo, il pensiero di un possibile esito negativo può generare timore e angoscia nel soggetto, che risultano appunto nella manifestazione dell’ansia da prestazione.

Quindi, tra le cause dell’ansia da prestazione, possiamo brevemente citare:

  • Scarsa autostima;
  • Scarso senso di autoefficacia;
  • Tendenza all’autocontrollo e al perfezionismo;
  • Tendenza ansiosa.

Tra i fattori di rischio che aumentano le probabilità di soffrire di ansia da prestazione, ricordiamo:

  • Essere spesso sotto pressione;
  • Essere adolescente, in quanto è stato dimostrato che questa popolazione ha maggiori probabilità di soffrire del disturbo;
  • Inesperienza o prime esperienze, in quanto nella maggior parte dei casi il disturbo compare alla prima esperienza di una data attività o a seguito dell’insuccesso di una precedente performance;
  • Disturbi d’ansia, in quanto chi soffre di altre patologie ansiose è maggiormente a rischio;
  • Aspettative sociali irrealistiche o troppo elevate.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.

Nonostante l’ansia da prestazione può verificarsi nei contesti più disparati, le tipologie più comuni includono:

  • Ansia da prestazione sessuale: è caratterizzata da ansia eccessiva, causata dal timore di non essere all’altezza del proprio partner, di non soddisfarlo, di deluderlo o di essere giudicati per una scarsa performance. A causa dell’ansia da prestazione, l’uomo può incorrere in diversi disturbi, come disfunzione erettile, eiaculazione precoce, difficoltà o impossibilità di raggiungere l’orgasmo. La donna, invece, nonostante viva l’atto con estremo disagio, tende a tenerlo nascosto per vergogna o paura di essere giudicata.
  • Ansia da prestazione scolastica: solitamente si verifica durante l’adolescenza, ma non è raro sperimentarla anche durante l’università. In genere, si manifesta attraverso un’ansia eccessiva quando si affrontano situazioni di valutazione, come test, verifiche, esami, interrogazioni, esposizioni orali e quant’altro. Quando l’ansia diventa troppo eccessiva, il rendimento scolastico ci rimette, in quanto lo stato ansioso impedisce il corretto funzionamento delle capacità cognitive, mnemoniche e comportamentali. Questo tipo di ansia si può manifestare in diversi modi, come preoccupazione costante per le valutazioni, timori del giudizio dei professori, dei compagni e dei genitori, difficoltà a concentrarsi o a memorizzare, paura di essere ridicolizzati o di non essere all’altezza delle aspettative degli altri.
  • Ansia da prestazione lavorativa: è caratterizzata da un senso di preoccupazione eccessiva e irrazionale circa le proprie capacità e rendimento sul posto di lavoro. Questo tipo di ansia si manifesta con il timore di non essere all’altezza della mansione, preoccupazione costante per gli obiettivi prefissati, difficoltà nel prendere decisioni, difficoltà di concentrazione, paura di essere giudicati dai colleghi o dai superiori, timore di commettere errori, perdere il lavoro o la reputazione. Tale paura può compromettere la produttività, la qualità del lavoro e la collaborazione con i colleghi. In genere, le persone che soffrono di ansia da prestazione lavorativa tendono a mettere in atto comportamenti di evitamento, come la procrastinazione e l’assenteismo.
  • Ansia da prestazione sportiva: si presenta quando un atleta si sente fortemente sotto pressione per raggiungere un determinato risultato o per soddisfare le aspettative degli altri. Non a caso, infatti, questo tipo di ansia è maggiormente frequente in sportivi che gareggiano a livello agonistico. Anche in questo caso, il soggetto ha paura di fallire, di deludere gli altri o di essere giudicato negativamente per la propria performance. Ne consegue perdita di fiducia in sé stessi, perdita di motivazione o di piacere nello svolgere l’attività sportiva.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.

Le conseguenze dell’ansia da prestazione possono essere molteplici e possono dipendere dall’oggetto dell’ansia stessa. Tale disturbo può causare ripercussioni a breve termine, come autosabotaggio, scarse prestazioni, compromissione dei rapporti interpersonali e della propria carriera lavorativa, sportiva o scolastica, in quanto il soggetto può mostrarsi distante, evitante e poco collaborativo. Tutto ciò porta ad un ulteriore isolamento sociale e ad una maggiore pressione.

Se non trattata adeguatamente, l’ansia da prestazione può causare anche una serie conseguenze a lungo termine o disturbi più gravi, quali:

  • Ansia generalizzata (DAG), ossia un disturbo in cui l’insorgenza dell’ansia e dei sintomi ansiogeni non sono collegati a una situazione o un evento in particolare, ma sono “generalizzati”;
  • Attacchi di panico, ossia episodi di improvvisa e intensa paura che si manifestano con tachicardia, palpitazioni, sensazione di soffocamento, nausea, paura di impazzire o di morire e vertigini;
  • Fobia sociale, ossia una tipologia di ansia o paura riguardante alcune situazioni o prestazioni sociali, con conseguente evitamento delle stesse.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono necessariamente esaustive.

A seconda del tipo di ansia da prestazione, è possibile attuare determinati accorgimenti al fine di gestirne i sintomi e ridurre, così, le manifestazioni ansiose:

  • Controllo dei pensieri: l’ansia da prestazione può scaturire da schemi di pensiero disfunzionali, come “non ce la faccio”, “non sono abbastanza preparato”, “fallirò” e così via. Tali pensieri minano l’autostima del soggetto e non fanno altro che aumentare lo stato ansioso. Al contrario, andrebbero sostituiti con pensieri più positivi e incoraggianti, come “ce la posso fare”, “anche se è difficile, ne sono perfettamente in grado” e quant’altro.
  • Musica: la musica, specialmente brani rilassanti, è in grado di ridurre l’ansia e placare i sintomi prima che si presentino.
  • Meditazione: può aiutare a ridurre l’ansia da prestazione. Un tipo particolare di meditazione è la mindfulness.
  • Tecniche di rilassamento e respirazione diaframmatica: aiutano a calmare la mente e a distendere le tensioni a livello fisico.
  • Visualizzazione e affermazioni positive: aiutano il soggetto a proiettarsi in un contesto più positivo, ad aumentare la sicurezza e fiducia in sé stesso, nonché migliorare le performance.
  • Impostare obiettivi realistici, misurabili e raggiungibili: la maggior parte delle volte, l’ansia da prestazione insorge a causa di aspettative irrealistiche o troppo elevate. Per tale motivo, impostare obiettivi raggiungibili aiuta a gestire i sintomi dell’ansia, se non addirittura ad evitare la loro comparsa.
  • Godersi l’esperienza senza focalizzarsi solo sul risultato: l’ansia da prestazione origina dalla paura di fallire o essere giudicati dagli altri. Un buon esercizio per prevenirla è quello di non concentrarsi solo sull’esito della performance, ma anche sul divertimento, sull’apprendimento e sul miglioramento personale.

Alcuni comportamenti sani utili non solo in caso di ansia da prestazione, ma anche da mettere in pratica nella vita di tutti i giorni includono:

  • Fare attività fisica regolare;
  • Seguire un’alimentazione varia ed equilibrata;
  • Creare una corretta routine del sonno;
  • Coltivare hobby e interessi.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.

Quando altri rimedi non risultano efficaci, è necessario rivolgersi ad uno specialista. La cura dell’ansia da prestazione è prettamente di tipo psicologico. In psicoterapia, sono diversi gli approcci utili per identificare l’origine del disturbo e gestirne al meglio la sintomatologia. Uno dei trattamenti di maggior successo è la terapia cognitivo-comportamentale. Essa si concentra sulla modifica degli schemi di pensiero negativi e dei comportamenti disfunzionali, attraverso la ristrutturazione cognitiva e l’esposizione graduale allo stimolo temuto.

Altri approcci psicoterapici indicati includono:

  • Acceptance and Commitment Therapy (ACT): prevede l’accettazione consapevole del disturbo e dei sintomi relativi e permette di riottenere un senso di controllo in situazioni stressanti e ansiogene. Tale approccio si basa sul concetto che grazie all’accettazione di esperienze così come sono, anziché combatterle o evitarle, è possibile liberarsi dell’ansia da prestazione legata ad esse.
  • Terapia psicodinamica o psicoanalitica: si basa sull’idea che l’ansia da prestazione sia legata a conflitti inconsci derivanti da esperienze passate, spesso avvenute durante l’infanzia, che hanno influito negativamente sullo sviluppo della personalità e dell’autostima del soggetto. Lo scopo della terapia è quello di aiutare il paziente ad acquisire maggiore consapevolezza circa i propri vissuti, al fine di elaborare le problematiche irrisolte e modificare i modelli disfunzionali.
  • Training autogeno: si tratta di una tecnica di rilassamento utilizzata per migliorare la gestione delle emozioni e trova particolare impiego nel trattamento dell’ansia. Prevede la ripetizione di visualizzazioni mentali che aiutano a indurre il rilassamento psicofisico e si basa sulla concentrazione passiva delle percezioni corporee.
  • Terapia sistemica-relazionale: in questo tipo di approccio, l’attenzione viene posta non solo sull’individuo che soffre di ansia da prestazione, ma anche sulle sue relazioni e sul contesto sociale e familiare del soggetto.

Inoltre, per superare l’ansia da prestazione, è possibile praticare alcune tecniche di rilassamento che aiutano a gestire i sintomi in maniera più ottimale. Per esempio:

  • Respirazione profonda: permette di ridurre la tensione e di favorire il rilassamento.
  • Meditazione: aiuta a sviluppare la consapevolezza del momento presente e ad allontanare i pensieri negativi. Un tipo di meditazione molto efficace nel trattamento dell’ansia da prestazione è la mindfulness.
  • Progressive Muscle Relaxation (PMR): consente al paziente di imparare a rilassare i muscoli, contraendoli e rilasciandoli in modo sequenziale. Tale tecnica permette di sciogliere la tensione fisica e, di conseguenza, favorire la calma mentale.
  • Visualizzazione: consiste nell’immaginarsi mentalmente situazioni piacevoli e rassicuranti, così da distogliere l’attenzione dalle preoccupazioni e dai pensieri negativi.
  • Yoga: grazie alla combinazione di posizioni fisiche specifiche, respirazione profonda e meditazione, lo yoga aiuta a rilassare il corpo e la mente.

Infine, per quanto riguarda la terapia farmacologica, non è particolarmente indicata per trattare l’ansia da prestazione, salvo casi gravi. Starà allo specialista definire il giusto piano terapeutico in funzione delle problematiche del paziente.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive e non intendono in alcun modo sostituirsi al parere medico.

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