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Il disturbo post traumatico da stress è un disturbo psichiatrico che si manifesta in seguito ad un forte trauma, quali aggressioni, catastrofi naturali, incidenti stradali, lutti, guerra, notizia di una malattia grave e quant’altro. Questi eventi, che mettono in pericolo la vita del soggetto, innescano reazioni esagerate di orrore, paura e senso di impotenza. La sindrome post traumatica, inoltre, si presenta con una vasta gamma di sintomi che rivelano il disagio e la sofferenza psicologica del paziente.

Il disturbo post traumatico da stress può essere diagnosticato attraverso alcuni criteri diagnostici del DSM-5, che vedremo in seguito. È bene ricordare che non tutte le persone sviluppano il disturbo a seguito dell’esposizione a un trauma intenso. Infatti, circa il 70-80% dei casi si risolve spontaneamente senza bisogno di un trattamento apposito. In altri casi, invece, il paziente necessita di supporto psicologico per comprendere e superare il trauma subito. Inoltre, si registra un maggior tasso di sviluppo nelle donne rispetto agli uomini. Infine, tale disturbo può manifestarsi in concomitanza con altre patologie psichiatriche, come la depressione maggiore, o l’abuso di sostanze stupefacenti.

Il disturbo post traumatico da stress (PTSD, dall’inglese Post Traumatic Stress Disorder) è un disturbo psichiatrico che insorge a seguito di un forte trauma, il quale mette in pericolo l’incolumità del soggetto o di una persona cara. Tale condizione, solitamente, si sviluppa entro circa 3 mesi dall’esposizione all’evento traumatico, ma in alcuni casi può presentarsi anche a distanza di anni. La sindrome post traumatica si caratterizza per la comparsa di una sintomatologia piuttosto invalidante, come ansia intensa, diminuzione del tono dell’umore, pensieri, immagini e ricordi intrusivi dell’evento traumatico. Il paziente, infatti, rivive quei momenti persistentemente e spesso manifesta incubi notturni legati a tale evento.

La causa della sindrome post traumatica da stress è l’evento traumatico che ha messo a rischio la vita dell’individuo, la salute o l’integrità fisica e psichica del soggetto, per esempio:

  • Catastrofi naturali, come terremoti, alluvioni, incendi e quant’altro;
  • Atti di terrorismo;
  • Incidenti stradali;
  • Disastri aerei;
  • Scene di violenza;
  • Malattie gravi;
  • Lutti familiari o di persone care;
  • Guerra;
  • Abuso e violenza, come stupri.

Non tutte le persone che subiscono un trauma sviluppano il PTSD. Vi sono, infatti, alcuni fattori biologici e psicosociali che interagiscono tra loro e che favoriscono la comparsa del disturbo. Tra questi, è possibile distinguere:

  • Fattori pre-traumatici, ossia che sono presenti da prima dell’evento traumatico:
    • Sesso femminile, si tratta di un fattore predisponente in quanto le donne sono più soggette ad atti di violenza;
    • Problemi emotivi e pregressi disturbi mentali, come il disturbo di panico, la depressione maggiore, il disturbo ossessivo-compulsivo o altro;
    • Fattori ambientali, quali disagio socioeconomico, esposizione a traumi precedenti, familiarità con disturbi psichiatrici o mancanza di supporto sociale;
    • Geni che regolano la serotonina e il cortisolo, rispettivamente il “neurotrasmettitore della felicità” e l’ormone dello stress.
  • Fattori peri-traumatici, ossia che avvengono durante l’evento traumatico:
    • Gravità del trauma, come minaccia reale per la vita, lesione grave, violenza, essere esecutori o testimoni di atrocità o dissociazione durante l’evento.
  • Fattori post-traumatici, ossia che avvengono in seguito all’evento traumatico:
    • Legati al temperamento dell’individuo, come pessimismo e gestione dello stress inadeguata;
    • Ambientali, come esposizione a stimoli che rievocano il trauma o successivi eventi avversi.

Disclaimer: l’elenco proposto non è da considerarsi esaustivo.

I sintomi del disturbo post traumatico da stress possono essere molteplici e possono manifestarsi in modalità e intensità diverse a seconda del paziente. In linea generale, il soggetto affetto da PTSD presenta sintomi ansiosi-depressivi. In particolare, alcuni individui possono sperimentare una sintomatologia legata alla paura, all’ansia e all’evitamento. In altri, invece, prevale una diminuzione del tono dell’umore. Altri ancora possono presentare sintomi dissociativi.

È possibile suddividere i sintomi del disturbo post traumatico da stress in 4 categorie:

  • Sintomi intrusivi: riguardano i ricordi del trauma subito. Essi vengono definiti “intrusivi” in quanto il soggetto non è in grado di controllarli e, per tale motivo, sperimenta un senso di impotenza. Tali memorie si manifestano in modo disturbante e involontario, di giorno o di notte (sotto forma di incubi). Inoltre, possono essere innescati da un’immagine, un suono o qualsiasi altra percezione che rievochi l’evento traumatico.
  • Strategie di evitamento: il paziente mette in atto delle strategie di evitamento per sfuggire a qualsiasi stimolo che faccia riaffiorare il ricordo traumatico. Per tale motivo, il soggetto spesso tende ad evitare luoghi, situazioni e persone che rievochino il trauma. Tale comportamento può compromettere significativamente la vita sociale, professionale o individuale della persona.
  • Alterazione del pensiero o dell’umore: a causa dell’evento traumatico, il paziente può manifestare sintomi cognitivi ed emotivi. Per esempio, potrebbe non ricordare parte dell’evento (amnesia post traumatica) o sviluppare pensieri negativi riguardo se stesso, gli altri e il mondo. A ciò si possono aggiungere calo del tono dell’umore, sentirsi emotivamente distanti dagli altri o non riuscire più a provare emozioni positive.
  • Alterazioni nella reattività e aumentato arousal: il paziente può manifestare iperattivazione e accentuata reattività. In particolare, il soggetto può risultare particolarmente arrabbiato, irritato, violento e distruttivo. Inoltre, può sperimentare un costante stato di ansia, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e attenzione e scarsa memoria.

I sintomi fisici e psichici che il paziente affetto da PTSD sperimenta possono includere:

  • Acrofobia, ossia paura delle altezze e dei luoghi elevati;
  • Aggressività;
  • Agorafobia, ossia paura degli spazi aperti, ampi o non familiari;
  • Alessitimia, ossia incapacità di riconoscere ed esprimere il proprio stato emotivo;
  • Allucinazioni;
  • Angoscia;
  • Anedonia, ossia perdita di interesse o incapacità di provare piacere nello svolgimento di attività che prima gratificavano il soggetto;
  • Anoressia;
  • Ansia anticipatoria;
  • Cardiopalmo, ossia percezione del battito cardiaco;
  • Claustrofobia, ossia paura degli spazi chiusi e ristretti;
  • Comportamento impulsivo;
  • Depressione;
  • Derealizzazione, ossia perdita del senso della realtà;
  • Difficoltà di concentrazione;
  • Disforia, ossia un disturbo dell’umore caratterizzato da sentimenti spiacevoli;
  • Evitamento;
  • Flashback;
  • Incubi notturni;
  • Insonnia;
  • Irrequietezza;
  • Isolamento sociale;
  • Disturbi dell’umore;
  • Nervosismo;
  • Perdita della memoria;
  • Perdita di ricordi;
  • Stato confusionale.

Disclaimer: l’elenco dei sintomi potrebbe non essere esaustivo, in quanto sono stati presentati solo quelli principali.

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), nella V edizione, i criteri diagnostici del disturbo post traumatico da stress sono 5:

  • Criterio A: esposizione a evento traumatico

Il soggetto ha vissuto, assistito o è stato coinvolto direttamente o indirettamente in eventi che hanno implicato morte, minaccia di morte, lesioni gravi, minaccia alla propria integrità fisica o degli altri, come una violenza sessuale. Tale esperienza, come già menzionato, può essere diretta, ossia vissuta in prima persona, o indiretta, ossia accaduta ad un familiare, un amico o una persona cara.

  • Criterio B: sintomi intrusivi di risperimentazione

L’evento traumatico viene rivissuto persistentemente dal soggetto, attraverso:

  • Ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi riguardanti l’evento traumatico, per esempio immagini, pensieri, percezioni e quant’altro.
  • Incubi ricorrenti riguardanti l’evento traumatico.
  • Agire o sentire come se l’evento stesse riaccadendo. Per esempio, il soggetto sente di star rivivere tale esperienza, presenta allucinazioni, illusioni o episodi dissociativi di flashback.
  • Disagio psicologico molto intenso quando l’individuo viene esposto a fattori scatenanti interni o esterni, che ricordano una parte o un aspetto dell’evento traumatico.
  • Reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni, che assomigliano a uno o più aspetti dell’evento traumatico.
  • Criterio C: evitamento

Il soggetto evita persistentemente gli stimoli associati al trauma e sperimenta attenuazione della reattività generale, attraverso 3 o più dei seguenti elementi:

  • Sforzi di evitare sensazioni, pensieri o conversazioni legati all’evento traumatico;
  • Sforzi per evitare attività, luoghi o persone che evocano ricordi del trauma;
  • Incapacità di ricordare aspetti importanti dell’evento traumatico;
  • Marcata riduzione dell’interesse o della partecipazione ad attività significative;
  • Sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri;
  • Affettività ridotta, come incapacità di provare amore;
  • Diminuzione delle prospettive future, come non aspettarsi di avere una famiglia, dei figli, una carriera e quant’altro.
  • Criterio D: alterazione negativa dei pensieri e dell’umore

Modificazioni del pensiero o dell’umore che iniziano e si aggravano a seguito dell’evento traumatico e che si manifestano attraverso almeno 2 dei seguenti sintomi:

  • Incapacità di ricordare un aspetto importante del trauma;
  • Pensieri eccessivamente negativi riguardo se stessi, gli altri e il mondo;
  • Senso di colpa riguardo l’accaduto, a causa di una visione distorta delle cause e delle conseguenze dell’evento traumatico;
  • Persistente stato emotivo negativo, come costante senso di colpa, vergogna, ansia, terrore e quant’altro;
  • Ridotto interesse e partecipazione alle attività quotidiane;
  • Distacco dalle altre persone;
  • Persistente incapacità di avvertire emozioni positive.
  • Criterio E: sintomi persistenti di alterazione dell’arousal

Sintomi persistenti riguardo l’aumento dell’arousal (non presenti prima del trauma), quali:

  • Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno;
  • Comportamenti spericolati e auto-distruttivi;
  • Irritabilità e scoppi di ira;
  • Difficoltà di concentrazione;
  • Ipervigilanza;
  • Esagerate risposte di allarme.

La sindrome post traumatica può essere curata attraverso diversi metodi. Il trattamento principale è rappresentato dalla psicoterapia. In particolare:

  • Interventi orientati all’esposizione: il paziente viene gradualmente esposto a stimoli temuti, come ricordi o situazioni traumatiche, ma senza che vi siano le ripercussioni negative che il soggetto crede possano accadere, come per esempio il danno fisico. Grazie a questa terapia controllata, con il tempo, la paura associata a determinati stimoli è destinata a scomparire.
  • Terapia cognitiva: ha l’obiettivo di sostituire i pensieri disfunzionali che stanno alla base delle strategie di evitamento (come la scorretta interpretazione delle situazioni) con schemi di pensiero e comportamenti sani e funzionali.
  • Stress Inoculation Training: si pone l’obiettivo di accrescere la padronanza dell’ansia attraverso tecniche di gestione dello stress. Il paziente viene esposto a crescenti situazioni ansiose in modo che possa fronteggiare e superare futuri episodi di ansia e stress.
  • EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing), ossia desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari: il paziente impara a gestire le emozioni negative e a riprogrammare i pensieri distorti che le accompagnano.

Se necessario, alla psicoterapia può essere affiancata la terapia farmacologica. Per esempio, gli antidepressivi serotoninergici aiutano a favorire l’equilibrio dei neurotrasmettitori e a migliorare i comportamenti di evitamento, le emozioni negative e l’iperattivazione generale.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.

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