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Modificato e recensito clinicamente da THE BALANCE Squadra
Fatto verificato

Brevettato nel 1971 e approvato negli Stati Uniti d’America per uso medico 10 anni più tardi, l’Alprazolam è un composto farmaceutico fra i più venduti al mondo. Venduto con il nome commerciale di Xanax, nel 2018 è stato il 37esimo farmaco più venduto negli Stati Uniti, con oltre 20 milioni di prescrizioni. Dalla sua messa in commercio, le vendite di Xanax hanno superato il miliardo di dollari.

Lo Xanax è uno psicofarmaco che rientra nella categoria degli ansiolitici, ed è attualmente fra i più prescritti dai medici italiani. Utilizzato principalmente nel trattamento dei disturbi ansiosi e delle manifestazioni psicofisiche associate, viene impiegato anche nel trattamento degli attacchi di panico e, con minor frequenza, nei disturbi del sonno e nella mitigazione della nausea associata a chemioterapia.

Il principio attivo del farmaco è chiamato Alprazolam, e rientra nella classe delle benzodiazepine, famiglia di composti da utilizzarsi solamente di fronte a gravi e conclamate patologie, che si ritiene non possano rispondere completamente alla terapia cognitivo comportamentale ma necessitino di un intervento immediato. Così come tutti gli altri farmaci della stessa classe, anche lo Xanax produce degli effetti sedativi, che vanno a “distendere” il paziente propiziando nella maggior parte dei consumatori un forte stato di rilassamento.

Al momento della stesura dell’articolo, lo Xanax viene venduto:

  • In compresse a rilascio prolungato 
  • In compresse a rilascio immediato 
  • In gocce per l’assunzione orale

Come la maggior parte dei farmaci omologhi, anche lo Xanax non tarda far sentire i primi effetti dal momento dell’assunzione. Si stima che il 90% dell’effetto potenziale del farmaco venga raggiunto all’interno di una finestra di 45-60 minuti dal momento dell’assunzione

Attacchi di panico e disturbi d’ansia

Sebbene la prescrizione di questo farmaco stia diventando sempre meno comune, lo Xanax rimane un farmaco approvato dalla FDA e raccomandato dalla World Federation of Societies of Biological Psychiatry nella terapia per i disturbi da panico. L’avvento della categoria dei farmaci Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (o SSRI), ha tuttavia derubricato lo Xanax da trattamento d’elezione per il disturbo da attacchi di panico ad alternativa da utilizzarsi nel caso di mancata risposta ai farmaci più indicati. 

Molto comune invece, rimane l’utilizzo di Xanax nel trattamento dei disordini di origine ansiosa, con o senza depressione associata. L’alprazolam si è dimostrato molto efficace nella mitigazione dei disturbi d’ansia generalizzata, e sebbene gli studi clinici sembrerebbero suggerire un’efficacia non superiore ai 4 mesi, gli effetti a lungo termine di questo composto non sono del tutto chiari. 

In entrambi i casi, la terapia con Alprazolam dovrebbe prevedere un’esposizione al farmaco non superiore ai 6 mesi, e l’associazione ad una terapia cognitivo comportamentale rimane fortemente raccomandata. 

L’alprazolam esercita la sua azione andando a potenziare il segnale dell’acido gamma amminobuttirico, o GABA, producendo effetti inibitori sul sistema nervoso centrale grazie all’azione sui recettori di questo neurotrasmettitore: GABA-A, GABA-B e GABA-C. E’ proprio a questo meccanismo d’azione che si devono le proprietà ansiolitiche del composto

Dipendenza da zolpidem e pericoli

Il Gaba è infatti il neurotrasmettitore con l’azione inibitoria più marcato nei mammiferi, ed agisce da regolatore dell’eccitabilità neuronale in tutto il SNC. Visto il suo ruolo nella regolazione del tono muscolare, l’assunzione di Xanax porta non solo ad una spiccata sensazione di rilassamento mentale, ma anche fisica.

Il dosaggio dell’Alprazolam deve essere stabilito sulla base di diversi fattori, il più importante dei quali resta la diagnosi emessa e la gravità della patologia diagnosticata. Generalmente, in soggetti adulti e in assenza di epatopatie (specie se gravi), in letteratura si raccomanda un utilizzo compreso fra i 0,75 e l’1,50 mg, la cui somministrazione andrebbe ripartita in due o tre assunzioni giornaliere.

Nei disturbi d’ansia si preferisce una somministrazione ripartita in tre assunzioni giornaliere, mentre nel trattamento degli attacchi di panico è indicata una somministrazione unica (generalmente fino ad 1mg) poco prima di andare a dormire. In ogni caso, la terapia deve essere modulata anche e soprattutto in funzione della risposta soggettiva, che può differire sensibilmente da paziente a paziente. E’ compito del curante monitorare lo stato del soggetto in cura, soprattutto nella fase iniziale della terapia farmacologica, al fine di poterla assestare sul dosaggio minimo efficace che possa dare sollievo dai sintomi e facilitare l’approccio cognitivo comportamentale.

Lo Xanax non dovrebbe essere prescritto inoltre a pazienti che abbiano ricevuto (prima o durante il trattamento con Alprazolam) una diagnosi di miastenia gravis, apnea notturna, glaucoma. L’assunzione del composto è sconsigliato durante l’allattamento.

Sovradosaggio ed overdose

Sebbene i dosaggi di Alprazolam prescritti dal curante raramente eccedano i 4mg al giorno, non è raro che i pazienti scelgano di ignorare le indicazioni del proprio medico ed assumere quantità oltre i limiti consigliati. Il rischio del sovradosaggio è tanto più alto quanto più gravi sono i sintomi riportati dal paziente. 

Il sovradosaggio di Xanax, può portare alla comparsa di alcuni effetti collaterali, fra cui: 

  • Sonnolenza e letargia
  • Disturbi dell’equilibrio e della coordinazione
  • Calo della pressione arteriosa 
  • Difficoltà respiratorie
  • Confusione mentale
  • Alterazione dello stato di coscienza

E bene specificare, tuttavia, che la tolleranza del farmaco varia da paziente a paziente. In caso di effetti collaterali a seguito dell’assunzione di Xanax, è bene rivolgersi immediatamente al proprio medico curante. 

La maggior parte degli psicofarmaci può provocare, nei soggetti che ne fanno uso, uno stato di dipendenza. Non è raro che pazienti che comincino ad utilizzare il farmaco in ambito terapeutico per il trattamento di condizioni d’ansia, panico, o disturbi del sonno, si ritrovino ad affrontare non poche difficoltà al momento della smessa del farmaco.  

Il Manuale Statistico e Diagnostico dei disturbi mentali descrive con dovizia di particolari i sintomi provocati dall’astinenza di qualsiasi psicofarmaco, incluse le benzodiazepine.

Solitamente, la valutazione dello stato di dipendenza è a discrezione del curante, che nel confronto con il paziente dovrà prestare particolare attenzione ad alcuni sintomi sentinella. Solitamente, l’astinenza da benzodiazepine può portare ad allucinazioni e alterazioni della percezione, bruschi cambiamenti umorali e marcata disforia, arrivando talvolta ad un peggioramento dei sintomi che avevano spinto il paziente ad assumere il composto.

L’astinenza può presentarsi con una lunga serie di segni e sintomi, ma per la formulazione della diagnosi non è necessaria la concomitanza dell’intero ventaglio di possibili manifestazioni. 

Dopo la smessa del farmaco, per arrivare alla diagnosi di astinenza è necessario che si presentino almeno due fra i seguenti sintomi:

  • disturbi del sonno (insonnia, ipersonnia) 
  • nausea, vomito
  • allucinazioni visive, uditive, tattili
  • ansia, panico
  • stato di agitazione psicomotoria 
  • tremore agli arti, specie a braccia e mani
  • disturbi autonomici

A differenza degli effetti collaterali, che possono manifestarsi a prescindere dal dosaggio e dalla durata dell’esposizione al farmaco, l’astinenza si presenta solitamente in pazienti in cura con Xanax ad alti dosaggi, per un lasso di tempo prolungato. L’astinenza può avere serie ripercussioni sullo stato di salute psicofisico del paziente, e in alcuni casi, l’interruzione del farmaco e la conseguente sindrome da astinenza possono mettere in serio pericolo la vita del paziente. Non è raro che la dipendenza da Xaxan porti alla manifestazione di crisi epilettiche. 

Così come tutti gli psicofarmaci, anche lo Xanax può portare al manifestarsi di effetti indesiderati. L’effettiva valutazione degli effetti collaterali degli psicofarmaci è tutt’oggi materia discussa e controversa. In primo luogo, per via della non totale comprensione dei meccanismi d’azione di svariati composti, e in secondo luogo per la sovrapposizione con i sintomi di molte condizioni ansiose e depressive, che possono complicare la diagnosi. 

Gli effetti indesiderati dello Xanax possono manifestarsi anche a bassi dosaggi, a prescindere dalla modalità di assunzione del composto (gocce, pasticche), e dall’esposizione al farmaco. A volte, gli effetti indesiderati non si manifestano se non al momento dell’interruzione del farmaco, o in concomitanza con una variazione nei dosaggi giornalieri. 

I sintomi fisici associati all’assunzione di Xanax possono comprendere stato depressivo, sensazione di sonnolenza, fatica psicofisica, disturbi della coordinazione, della memoria e del linguaggio, giramenti di testa, cefalea, secchezza delle fauci, disturbi dell’umore, fluttuazioni nella percezione dell’appetito, perdita o aumento di peso, offuscamento della vista, sfoghi cutanei, disturbi del desiderio e della funzione sessuale.

Non esistono ad oggi test diagnostici che possano portare ad un collegamento oggettivo fra l’assunzione dello Xanax e lo sviluppo dei sintomi elencati, e la diagnosi è a discrezione del curante. 

PSSD

Fra le condizioni associate all’assunzione di psicofarmaci, vi è la cosiddetta PSSD, acronimo di Post SSRIs Sexual Dysfunction. Sebbene l’alprazolam non sia un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina, ma appartenga alla classe delle benzodiazepine, recenti studi suggeriscono un potenziale ruolo dello Xanax nello sviluppo di una sindrome con sintomi simili. 

A dispetto del nome, la Disfunzione Sessuale Post SSRI non si manifesta solamente con disturbi sessuali, fra i quali possono rientrare il calo della libido con ridotta risposta a stimoli sessuali, disfunzione erettile e riduzione del volume dei genitali negli uomini e difficoltà a raggiungere la lubrificazione nelle donne, ma può portare allo sviluppo di un ampio ventaglio di sintomi, tra cui: 

  • anedonia (incapacità o difficoltà nel provare sensazioni positive in risposta ad attività una volta ritenute piacevoli)
  • diminuzione della densità ossea, osteoporosi
  • disturbi della vista e dell’udito
  • alterazioni del metabolismo, con aumento o calo ponderale
  • perdita dei capelli
  • perdita della massa muscolare
  • rallentamento cognitivo

Non esistono al momento valide opzioni terapeutiche per la PSSD, condizione di difficile valutazione la cui impossibilità di essere definita oggettivamente non agevola l’iter diagnostico. Tendenzialmente, i sintomi fisici, quelli neurologici e le alterazioni psicologiche tendono a migliorare con il tempo. Tuttavia, i disturbi della sfera sessuale non presentano la stessa percentuale di remissione. 

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